PREMESSA:

Tutto ebbe inizio leggendo il libro “Laconia” (di Fulvia Costantinides ed Elisabetta Rosati Rizzi – ed. Associazione Trieste-Grecia “Giorgio Costantinides”) durante una tipica giornata Vulkan austriaca dell’agosto del 2008. l’interesse alla lettura, iniziato in modo pigro e ciondolante, fu poi attratto dal carattere culturale, dai riferimenti storico-paesaggistici, ed infine irretito dalla possibilità di “vestirgli” addosso una spedizione cicloalpinistica con meta finale il raggiungimento della vetta più alta della catena montuosa del massiccio del Taigeto, ovvero il Profitis Elias 2.404 mt. slm. Terminato di leggere il libro ero mentalmente pronto a partire !!, non restava altro che studiare l’itinerario migliore, e per questo mi venne in aiuto una vecchia vacanza fatta con Giulia quasi 20 anni fà.

PARTICOLARITA’:

Nella parte centrale della catena montuosa del Taigeto, si innalza la cima più alta (Profitis Elias 2.404 m slm) chiaramente distinguibile da molto lontano grazie anche alla sua cresta a forma piramidale; grazie a questa sua particolare forma in determinate condi zioni al mattino si forma l’ombra della vetta sulla pianura, fenomeno molto affascinante se si ha la fortuna di ammirarlo. Sulla sommità si trovano le rovine di una chiesetta consacrata al Profeta Elia. La vista, dalla vetta, in condizioni di tempo favorevoli spazia su quasi tutte le montagne del Peloponneso e golfo di Messenia. Di natura calcarea, Il Taigeto è ricordato da Omero (Odissea, canto VI, 102-104)

LA SPEDIZIONE: Alla partenza il 31 marzo 2009 da Trieste, per raggiungere l’imbarco in traghetto a Venezia, i componenti la spedizione sarebbero dovuti essere in 7:

(←) Andrea Visentin -“Kalas”; (capospedizione) Massimo Baxa -“il Jolly creativo”; impossibile pianificar una spedizion senza la sua presenza ed i suoi torrenti de creatività cabarettistica a 720° a getto continuo, la zena de leccarse i baffi a base di pese in rifugio a quota 1.600 mt. rimarrà indelebile nel tempo. (“Il Jolly” →)

 

 

 

 

 

(←)Paolo Del Core -“Poldo”; Una quercia, un omo che savù che Stefano nol podeva vignir ed in virtù della straordinaria somiglianza nasale, per solidarietà gà deciso de carigarselo virtualmente in schiena, pedalar e rampigar insieme a lui per tutto el giro. Impressionanti le sue “zate” paragonabili a due pistoni de transatlantigo, co ti te ieri sfinì lui te nauseava continuando a menar ste gambe; coriaceo,determinado, instancabile.

 

(←) Raimondo Durin -“El Duro”; un omo e le sue pillole de saggezza ed esperienza poste in vellutada e dolce mascella da truce duro, una sicurezza ovunque ed in qualsiasi situazione.

 

Roberto Gava -“Il Divin Oracolo”; per le sue capacità de legger el passato, pianificar el presente e predir el futuro, merito suo e delle sue capacità di interloquir con le antiche divinità del passato, se la spedizione se gà svolto per la prima volta senza el fardell del famigerato e temudo “Tempo Vulkan”. La tranquillità e l’equilibrio. (“L’Oracolo” →)

 

 

 

 

 

(←) Fabio Giandon -“l’omo Hi-Tech”; se no se semo mai persi xè merito dei suoi sofisticati congegni de localizzazion satellitare, trasmission digitale a tempo de musica I-Pod, … a patto de ricordarse de ricarigar le batterie !

 

Stefano Venier -“Grande Naso” dopo gaver lavorà all’informatizzazion della spedizione e pagà el primo pien de carburante,l’annunciava l’abbandono forzado a due ore !!! dalla partenza. Grande Sfiga come il suo Grande Naso. Non pervenuto. La Strada Costiera: ve domanderè cossa c’entra !! Poco dopo l’annuncio de G.N. casca una frana sulla strada costiera che impedisi el passaggio del traffico; una segno premonitor degli Dei ? Capii che urgeva contattar subito l’Oracolo affinché el se mettessi in contatto, come solo lui sa fare, e risolvessi in appropriata sede queste intemperanze delle divinità greghe, permettendone di inziar e proseguir nel migliore dei modi questa “libera spedizione spartana”. Fatta ! Finalmente eravamo imbarcati a Venezia sul traghetto con rotta verso Patrasso/Grecia ! … ma ignari delle rumorose conseguenze notturne che si sarebbero riversate sulle nostre orecchie a seguito degli sforzi profusi dall’Oracolo per contattare le divinità greche ed attribuirsi le benevolenze del viaggio ! Durante il viaggio in traghetto mentre cominciava “la saga” dell’uomo hi-tech tra gps che non ricevevano il segnale satellitare, l’i-pod costantemente scarico, i ricarica batterie smarriti, il telefonino, le imprecazioni, insomma … un uomo ed il nostro martirio !, il “jolly creativo” cominciava a scaldare i motori con due guantiere de “fasoi e zivola” ed “il duro” con anticipi di proposte enologiche di primo pelo.

Arrivati a Patrasso la mattina del 2 aprile ci spostiamo rapidamente in direzione del Canale di Corinto luogo di partenza dell’itinerario ciclo-alpinistico, cambio d’abbigliamento in strada con improvvisati spettacolini di spartano cabaret corinzio. La tappa odierna prevede l’arrivo nella città di Naflio, intertappa con sosta e visita presso il sito archeologico del teatro di Epidauro (rinominato per l’occasione in Epitaffio), con improvvisa improvvisazione che ha colto tutti all’improvviso di uno spettacolo spartano di libera estrazione cabarettistica da parte del “jolly creativo”. Giornata molto soleggiata, quasi afosa con il furgone logistica che al motto “bevi bevi” ha il suo da fare a garantire il continuo rifornimento idrico.

(Prima Tappa: Km.93.0; tempo percorrenza effettivo 4h 30’, Δ+ 1.370 mt., Δ-1.445 mt.)

Naflio, venerdì 3 april, giornata ventilata e molto soleggiata, entra in azione il “vulkancompressor” . Sveglia presto e dopo rapida colazione ci trasferiamo tutti in furgone in direzione Mykines, dove terminiamo la visita al sito archeologico prima che tre pullman scarichino orde selvagge di visitatori; sempre in furgone attraversiamo la piana della periferia e la caotica città di Argos e ci dirigiamo verso il paese di Kiveri da dove iniziamo l’odierno itinerario in bici che prevede l’arrivo ai 1 .150 mt. del paesino di Kosmas sul M.te Parnonas risalendo la lunga gola di 35 Km. che collega Leonido a Kosmas. Il tratto di percorso da Kiveri a Leonido si svolge su una splendida strada costiera panoramica, costellata di continui e divertenti saliscendi. Arrivati a Leonido, breve ristoro, per poi attaccare il tratto odierno più impegnativo. Lungo la salita breve sosta per ammirare l’antico monastero di Elonis, incassato nella falesia (molto simile ai monasteri del Monte Athos o delle Meteore). Arriviamo a Kosmas in serata, fà freddo, e le forze fisiche rimaste implorano “pietà”, c’è tempo per una velocissima doccia per poi dedicarsi alle abbondanti libagioni condite dall’ottimo vino della locanda. (Seconda Tappa: Km.101,50; tempopercorrenza effettivo 5h 30’, Δ+ 2.100 mt., Δ-1.005 mt.)

 

 

 

 

 

 

Kosmas, sabato 4 aprile, … l’agguato delle processionarie.

Mattinata frizzante, cielo terso e soleggiato e dopo un breve scollinamento, ci aspetta con nostra enorme sorpresa e stupore una discesa entusiasmante di 15 Km. all’interno di una vallata aperta, costeggiando rossastre pareti rocciose che degradano progressivamente verso la piana di Sparta, paesaggio stupefacente per l’alternarsi di colori, della flora (dai pini, con il progressivo

avvicinarsi alla pianura si passa alla coltivazione intensiva di olivi) e poi sullo sfondo eccolo lì, imponente e visibile da qualsiasi posizione il massiccio del Taigeto con l’inconfondibile cresta a forma piramidale del Profitis Elias dalla cui sommità è possibile vedere il golfo di Messenia. Sensazioni forti ci accompagnano durante l’avvicinamento al punto d’arrivo della tappa odierna, il Rifugio EOS del Taigeto a quota 1.650 mt.

slm. (per altri testi quota 1.550 mt.). Arrivati a Paleopanagia, base della salita al Rifugio, breve ristoro e breefing operativo per poi attaccare i 15 km. di salita, di cui gli ultimi 5 Km. su una strada forestale dal fondo eroso dalle abbondanti pioggie, che con un dislivello di 1.400 mt. ci porteranno al Rifugio.

In prossimità della base del Rifugio, siamo impossibilitati a proseguire a causa del fondo sterrato molto dissestato e per ampi tratti innevato, dobbiamo parcheggiare il furgone su una piazzola in curva in piena contropendenza a ca. 150 mt. di dislivello dal Rifugio, cambiarci e proseguire con i bagagli e i generi alimentari a piedi lungo un sentiero innevato fino al Rifugio. Tutti questi

imprevisti, la stanchezza, la voglia di arrivare e riposarci ci fa perdere l’attenzione sull’agguato che le larve delle processionarie stanno per perpetrarci, ovvero una sana e collettiva irritazione cutanea con annesso desiderio irrefrenabile di prurito su quasi tutti i componenti la spedizione, colpendo con particolare virulenza “Poldo”, il “Duro” e l’uomo “Hi-Tech”. Il sottobosco era invaso da colonie di larve come pure il posto dove abbiamo parcheggiato il furgone e dove ci siamo cambiati gli indumenti all’aperto !!! Raggiunto il Rifugio inizia l’ora del “Jolly Creativo” che dopo aver razziato le uniche 18 uova ed un polipo e pochi altri ingredienti alimentari nell’unico market a Paleopanagia da vita con “l’Oracolo” ed “il Duro” ad una cena che nessuno della spedizione se la dimenticherà tanto facilmente, il tutto naturalmente innaffiato sia dal vino in damigiana che ci siamo trascinati fino in rifugio oltre che da alcune bottiglie portate dall’enologo del gruppo. (Terza Tappa: Km.77,0; tempo percorrenza effettivo 4h 10’, Δ+ 1.715 mt., Δ-1.385 mt.)

Rifugio Taigeto, domenica 5 aprile, l’alba dalla vetta del Profitis Elias 2.404 mt. ed il … “gran finale”. La sveglia suona alle 05:00, tempo di prepararci e cambiare l’asseto di marcia in alpinistico, fare colazione ed alle 06:00, fuori fa ancora buio, ci mettiamo in cammino e con l’ausilio delle luci delle frontali, ci incamminiamo per superare i 1.000 di dislivello che ci separano dalla vetta e speranzosi di poter ammirare l’alba da lassù. Il cielo inizialmente stellato ci fa ben sperare, ma successivamente l’addensarsi delle nuvole ci farà perdere la speranza. Solo il tratto iniziale nel sottobosco è chiaramente visibile anche se

abbondantemente innevato, si proseguirà dapprima cercando la salita lungo sentiero roccioso ed innevato, e successivamente battendo traccia su un duro nevaio intorno a quota

2.000 mt e prestando attenzione ai paletti direzionali. Per aver ragione della ripida cresta finale di 200 mt. di quota da superare è necessario montare i ramponi. Alle ore 08:00 raggiungiamo la vetta del Profitis Elias, in cima soffia un vento molto forte e gelido, le schiarite che si

alternano al cielo prevalentemente nuvoloso ci fanno solo intravedere a malapena il golfo di Messenia, parte della piana di Sparta e le cime dei monti circostanti, la vista per quanto concesso è notevole ed il resto non ci resta che immaginarlo. Dopo i complimenti ed abbracci di rito, iniziamo la discesa al in quanto la giornata non finisce certamente qui ! Raggiungiamo nuovamente il rifugio per un breve ristoro e poi riportiamo al furgone dove ci cambiamo nuovamente in tenuta e proseguiamo in direzione Mystrà lungo una bellissima strada sterrata forestale, che costeggia longitudinalmente la catena montuosa del Taigeto. Tra continui saliscendi, guadi di torrenti, immersi in una foresta dalla vegetazione incantevole, in fase di disgelo, e tratti di sterrato più simili a toboga naturali con curve paraboliche mozzafiato culminando con una discesa finale in picchiata nell’abitato di Mystrà, termine ultimo di questa spettacolare spedizione ciclo-alpinistica. (Quarta Tappa: Km.33,0; tempo percorrenza effettivo 2h 10’, Δ+ 900 mt., Δ-1.800 mt.)

I CICLO-SPARTANI DEL TAIGETO Vetta Profitis Elias 2.404 mt. Slm. CATENA MONTUOSA DEL TAIGETO – GRECIA 31 marzo – 8 aprile 2009

Mystrà, lunedì 6 aprile, il rientro Inizia il lungo rientro in furgone, percorrendo la stretta gola che porta al passo Langada, successivamente arriviamo a Kalamata, poi proseguendo lungo la costa prospiciente il mar Ionio, breve puntatina ad Olympia ed infine Patrasso dove a tarda sera abbiamo l’imbarco nel traghetto che ci riporta a Venezia.

In quattro giorni sono stati percorsi in bicicletta complessivamente 304.50 Km, superati 6.085 mt. di dislivello

positivo e 5.635 mt. di dislivello negativo. E’ stata raggiunta, da tutti i componenti la spedizione, la vetta del Profitis Elias a 2.404 mt. in due ore di cammino con partenza dal Rifugio EOS del Taigeto, superando 1.000 mt. di dislivello positivo. Ringrazio sentitamente e con profondo rispetto ciascuno i componenti la spedizione, sportivi di varia estrazione, ciclistica, speleologica ed alpinistica come Massimo Baxa, Paolo Del Core, Raimondo Durin, Roberto Gava, Fabio Giandon e lo sfortunato Stefano Venier, con già al loro attivo imprese ciclo-alpinistiche in Spagna, Albania, Marocco, Austria, Repubblica Ceca, Bosnia, Slovenia, Croazia oltre alle

montagne di casa come le Dolomiti e le Alpi Giulie. Tutti bikers triestini del Gruppo Vulkan MTB della Società Alpina delle Giulie sezione del CAI di Trieste uniti dalla passione per la montagna abbinata allo sport della Moutain Bike, splendidi compagni di viaggio con i quali ho condiviso un’esperienza umana, sportiva ed escursionistica unica nel suo genere … e da ripetersi al più presto !!!

Andrea Visentin

Trieste, 12 aprile 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

… in estrema sintesi la spedizione